Testi d'Uso
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testo - pag.1
Noi siamo cinque fratelli.
Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso.
Quando ci incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti o distratti.
Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia.
Ci basta dire "Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna" o "De cosa spussa l'acido solfidrico", per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole.
Una di quelle frasi o parole, ci farebbe riconoscere l'uno con l'altro, noi fratelli, nel buio d'una grotta, fra milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come geroglifici degli egiziani o degli assiro-babilonesi, la testimonianza d'un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, dalla corrosione del tempo.
Quelle frasi sono il fondamento della nostra unità familiare, che sussisterà finchè saremo al mondo, ricreandosi e risuscitando nei punti più diversi della terra, quando uno di noi dirà – Egregio signor Lipmann, – e subito risuonerà al nostro orecchio la voce impaziente di mio padre: – Finitela con questa storia! L'ho sentita già tante di quelle volte! -
[...]
Nella mia casa paterna, quand'ero ragazzina, a tavola, se io o i miei fratelli
rovesciavamo il bicchiere sulla tovaglia, o lasciavamo cadere un coltello,
la voce di mio padre tuonava: – Non fate malagrazie!
Se inzuppavamo il pane nella salsa, gridava: – Non leccate i piatti! Non
fate sbrodeghezzi! non fate potacci!
Sbrodeghezzi e potacci erano, per mio padre, anche i quadri moderni, che
non poteva soffrire. Diceva: – Voialtri non sapete stare a tavola! Non siete gente da portare nei loghi! E diceva: – Voialtri che fate tanti sbrodeghezzi, se foste a una table d'hote in Inghilterra, vi manderebbero subito via. Aveva, dell'Inghilterra, la più alta stima. Trovava che era, nel mondo, il più grande esempio di civiltà.
N. Ginzburg, Lessico famigliare, Einaudi, 1963.
(prof. Pisani)
lessico - pag.1
malagrazie: sgarbi, gesti da villani
sbrodeghezzi… potacci: pasticci, porcherie (vocaboli derivati dal dialetto veneto)
soffrire: sopportare
loghi: posti eleganti, ben frequentati
table d'hote: tavola comune
(prof. Pisani)
guida - pag.1
L'attività si pone i seguenti obiettivi:
- Riflessione sulle caratteristiche del testo introspettivo
- Acquisizione delle tecniche di produzione di un testo introspettivo
- Si propone la lettura del testo di Natalia Ginzburg (1916-1991), tratto da Lessico famigliare, pubblicato nel 1963, in cui l'autrice ricostruisce in forma autobiografica la storia della famiglia Levi. Si sollecitano gli studenti a ricostruire il contesto storico- politico in cui la scrittrice vive con domande del tipo: - Conoscete la scrittrice? Avete letto qualcosa di lei? Sapete qual è l'ambiente e il contesto socio-politico in cui si inserisce la sua produzione letteraria?- (attività di elicitazione)
- Per guidare gli studenti alla comprensione globale del testo si pongono domande del tipo: - Quale stile di scrittura viene impiegato dall'autrice? Perchè, secondo voi, si può parlare di scrittura introspettiva? Quali aneddoti, abitudini e modi di dire, rievoca la scrittrice nel parlare della sua famiglia? Quale linguaggio impiega? Quale tono sembra prevalere nella narrazione? Quale significato assume il linguaggio all'interno della famiglia? Usate anche voi in famiglia un codice linguistico che vi permette di identificarvi e di riconoscervi tra voi proprio come fa la scrittrice con i suoi fratelli? Pensate ai dialetti della vostra famiglia o alla vostra lingua madre, se diversa dall'italiano. Possiedono lo stesso valore aggregante che ha per l'autrice?-
- Si stimolano gli studenti a una riflessione sulla scrittura intesa come sfogo, come bisogno di ripiegarsi su se stessi per raccontare di sè con domande del tipo:- Oggi a cosa affidate il vostro bisogno di comunicare? Quale strumento trovate più efficace? Credete che le pagine di diario o le lettere siano superate rispetto ai blog e alla rete? Quali differenze riscontrate?
- Si conclude l'attività con le espansioni, ovvero ulteriori spunti di lavoro da proporre in classe
- Dopo la lettura di una pagina del diario di Anna Frank, tipico diario adolescenziale che evidenzia da un lato un percorso di crecita interiore da parte dell'autrice e dall'altro una straordianaria testimonianza storica, si invitano gli studenti a immaginare una situzione simile a quella che vivono le due autrici e a produrre un testo in cui si riflettano i loro stati d'animo, i loro turbamenti e paure adolescenziali.
Domenica, 2 gennaio 1944
Cara Kitty,
stamane, non avendo nulla da fare, mi misi a sfogliare il mio diario e mi capitarono sott'occhio parecchie lettere in cui trattavo l'argomento "mamma" in termini cosi irosi che, spaventata, mi domandai: "Anna, sei tu che hai parlato di odio? O Anna, come hai potuto farlo!".
Stetti con la pagina aperta dinanzi a me e pensai come era potuto accadere che io mi sentissi cosi colma d'ira, per non dire di vero odio, da dover confidare tutto a te.
Ho cercato di capire e di scusare l'Anna di un anno fa perché la mia coscienza non è pulita finché ti lascio con queste accuse senza spiegarti come ciò è avvenuto.
lo soffrivo - e soffro di malumori che, per cosi dire, mi tenevano la testa sott'acqua e mi facevano vedere le cose in modo soltanto soggettivo, senza che io cercassi di riflettere con calma alle parole della parte avversa e di mettermi nei panni di coloro che col mio impetuoso carattere avevo offeso o irritato.
Mi sono rinchiusa in me stessa, ho guardato soltanto me stessa e nel mio diario ho descritto impassibile ogni mia gioia e ogni mio corruccio e sfogato ogni mio disprezzo.
Questo diario ha molto valore per me, perché è diventato sovente un libro di memorie, ma su molte pagine potrei scrivere: "passato".
Ero furiosa con mamma, e talvolta lo sono ancora. Non mi capiva, è vero, ma nemmeno io capivo lei. Mi voleva bene ed era tenera con me; ma siccome si era trovata per colpa mia in molte situazioni sgradevoli, ed era nervosa e irritabile anche per altre tristi circostanze, è ben comprensibile che mi sgridasse. .
lo me la prendevo troppo per questo, mi offendevo, diventavo insolente e molesta nei suoi riguardi, e lei a sua volta si indispettiva. Si era giunti così a un continuo scambio di sgarberie e di ripicche. Non era certo bello per nessuna di noi due, ma sta passando.
lo non lo volevo ammettere e sentivo molta pietà per me stessa; anche questo è comprensibile. Le frasi violente del diario sono espressione di una collera che nella vita normale avrei sfogato pestando un po' i piedi in una stanza o dicendo qualche insolenza alle spalle di mamma.
È passato il periodo in cui condannavo mia madre in lacrime. lo sono divenuta più saggia e i nervi di mamma si sono calmati. So tener la bocca chiusa quando mi arrabbio, e lei fa altrettanto; così si va avanti meglio, almeno apparentemente. Però mi è impossibile voler bene a mamma coll'attaccamento affettuoso di un bambino, è un sentimento che mi manca.
Metto in pace la mia coscienza pensando che è meglio aver messo le insolenze su carta che averle e dette a mamma, perché le sarebbero rimaste impresse nel cuore.
La tua Anna
A. Frank, Diario, Milano, Einaudi, 1954, pp.135-136.
(prof. Pisani)
teoria - pag.1
ll testo introspettivo si caratterizza per i seguenti elementi:
- utilizza un registro linguistico colloquiale e familiare, tipico dei testi espositivi- descrittivi
- impiega una forte connotazione soggettiva
- analizza e descrive sentimenti, stati d'animo o paesaggi e oggetti in generale
- richiede uno sforzo di autoanalisi, la capacità di guardarsi dentro con sincerità e profondità, di concentrarsi sulla propria realtà interiore
- Riflettere su un aspetto del proprio carattere o del proprio comportamento al fine di descriverli
- Analizzare e illustrare le proprie sensazioni e i propri sentimenti di fronte a problemi, eventi di natura diversa
Tale tipologia testuale può identificarsi con la stesura di pagine diaristiche o epistolari.
(prof. Pisani)
esercizi - pag.1
Esercizio n. 1 (Creatività)
Prova ad immaginare un dialgo con tuo nonno/ nonna (il tema lo scegli tu: possono essere le abitudini di una volta, le feste in campagna, ecc..) e riporta integralmente le frasi o le espressioni linguistiche tipiche della vostra area geografica di provenienza. Confrontale con quelle dei tuoi compagni.
(prof. Pisani)